Troppa pubblicità sulla clonazione terapeutica: gli scienziati chiedono più realismo

Creare embrioni umani mediante clonazione, ovvero inserendo nuclei di altre cellule in ovuli "avanzati" da fecondazioni assistite, è possibile nel Regno Unito a partire dall' 11 Agosto 2004. Il permesso è stato accordato dalla Human Fertilisation and Embryology Authority  al Newcastle Fertility Center, scatenando l'attenzione dei mass-media e creando nella gente una grande aspettativa sulle potenzialità di cura connesse con l'uso delle cellule staminali ottenute con la clonazione. 

I ricercatori sono preoccupati per questa pubblicità e ci tengono a ribadire che tali prospettive rimangono, al meglio, molto distanti. Smentiscono, tra l'altro, la possibilità a breve termine di avere benefici nella cura di malattie quali diabete e Parkinson, sulle quali si è concentrata tanta pubblicità. Gli ostacoli scientifici da superare sono immensi. Primo fra tutti l'inefficienza della clonazione: i ricercatori dell'Università di Seul (Corea del Sud) che hanno prodotto la prima linea di cellule staminali umane da un embrione clonato in febbraio, l'hanno ottenuta a partire da 242 ovuli donati da 16 donne! E il loro è stato un esperimento relativamente facile in quanto hanno clonato la stessa donna che ha donato l'ovulo, evitando così i problemi di rigetto. La possibilità di clonare un individuo diverso dal donatore dell'ovulo è ancora più remota e prevede di trapiantare non solo il nucleo ma anche i mitocondri della cellula per tentare di evitare il rigetto.

Una buona dose di realismo è quello che chiedono gli stessi scienziati coinvolti in questi esperimenti, per non alimentare false speranze. I dettagli nell'articolo Biologists fear cloning hype will undermine stem-cell research in Nature del 19 agosto 2004.